Il demoniaco nella nevrosi ossessiva
(ossessione e possessione morale nell'era cristiana)
In matematica si dice che due punti si uniscono in una linea retta, tre costituiscono un campo piano, a due dimensioni, ma serve un quarto punto per dare luogo a uno spazio tridimensionale, Questo quarto punto deve essere collocato fuori dal perimetro ordinario. Non è una questione banalmente geometrica, si tratta di un profondo ordine generale. Disponiamo il nostro vivere su un foglio privo di spessore mentre quello che dà un senso è un fuori luogo, qualcosa che sta altrove. La presenza di questa assenza è una costante; assume diversi nomi e si pone come la causa ultima delle cose. Ricercare le cause e i principi primi vuol dire focalizzare quel punto esterno come istitutivo e fondante. E' una funzione non solo degli individui, ma delle comunità; dalle più piccole a quei mostri della civiltà che chiamiamo stati. Ogni comunità si organizza sulla base di un finalismo telelogico. Kant aveva compreso la centralità di quella coordinata esterna alle cose e pur non conoscendola doveva supporla per dare un senso a quel che vedeva. Ma era cauto e sapeva che si trattava di qualcosa di affine alla logica, ma non di logica e meno che mai di conoscenza. Il problema nasce col passaggio dalla logica all'ontologia; al quarto punto viene dato un corpo fisico attraverso un cortocircuito del pensiero. La metafisica, che nulla dice del vivere e non estende il sapere, ma dispone l'assetto delle cose fornendo loro una solidità giuridica; stravolge il campo rendendolo tridimensionale. Non troppo lontano è andato Lacan; non tollerando l'assenza e il vuoto, riempiva lo spazio con qualcosa, e questo qualcosa proprio in quanto cosa doveva anche essere presente o reale. Ed è questo il problema: a quella costante che è assenza e mancanza diamo il nome e il corpo della presenza; il vuoto assume una corposità esasperata, gli stati e i loro ordinamenti adeguano le leggi su qualcosa che non c'è. E nel particolare anche la vita dei singoli individui è abusata da questo al di là della coscienza. Il quarto punto (lo vediamo bene dalla longitudine italiana) continua ad essere collocato altrove determinando da un non luogo tutte quante le articolazioni dell'esistenza.
(ossessione e possessione morale nell'era cristiana)
In matematica si dice che due punti si uniscono in una linea retta, tre costituiscono un campo piano, a due dimensioni, ma serve un quarto punto per dare luogo a uno spazio tridimensionale, Questo quarto punto deve essere collocato fuori dal perimetro ordinario. Non è una questione banalmente geometrica, si tratta di un profondo ordine generale. Disponiamo il nostro vivere su un foglio privo di spessore mentre quello che dà un senso è un fuori luogo, qualcosa che sta altrove. La presenza di questa assenza è una costante; assume diversi nomi e si pone come la causa ultima delle cose. Ricercare le cause e i principi primi vuol dire focalizzare quel punto esterno come istitutivo e fondante. E' una funzione non solo degli individui, ma delle comunità; dalle più piccole a quei mostri della civiltà che chiamiamo stati. Ogni comunità si organizza sulla base di un finalismo telelogico. Kant aveva compreso la centralità di quella coordinata esterna alle cose e pur non conoscendola doveva supporla per dare un senso a quel che vedeva. Ma era cauto e sapeva che si trattava di qualcosa di affine alla logica, ma non di logica e meno che mai di conoscenza. Il problema nasce col passaggio dalla logica all'ontologia; al quarto punto viene dato un corpo fisico attraverso un cortocircuito del pensiero. La metafisica, che nulla dice del vivere e non estende il sapere, ma dispone l'assetto delle cose fornendo loro una solidità giuridica; stravolge il campo rendendolo tridimensionale. Non troppo lontano è andato Lacan; non tollerando l'assenza e il vuoto, riempiva lo spazio con qualcosa, e questo qualcosa proprio in quanto cosa doveva anche essere presente o reale. Ed è questo il problema: a quella costante che è assenza e mancanza diamo il nome e il corpo della presenza; il vuoto assume una corposità esasperata, gli stati e i loro ordinamenti adeguano le leggi su qualcosa che non c'è. E nel particolare anche la vita dei singoli individui è abusata da questo al di là della coscienza. Il quarto punto (lo vediamo bene dalla longitudine italiana) continua ad essere collocato altrove determinando da un non luogo tutte quante le articolazioni dell'esistenza.
website http://ildemoniaconellanevrosiossessiva.weebly.com/
IL LINGUAGGIO DELLE EMOZIONI
(manuale storico-critico di psicoanalisi)
Prefazione
PARTE PRIMA (cap. I-VI)
Psicologia e psicoanalisi (un cenno storico alle scuole)
Io, Es, Super-Io (dinamiche economiche e sociali)
Nevrosi e Psicosi (necessità storica di una pulsione deviata)
Psicogenesi della malattia
Dall'oro al piombo (degenerazione di un complesso)
Psicosomatica
PARTE SECONDA (cap. VII-XII)
Libertà e angoscia
Verità e salute
Ermeneutica e linguaggio
Estetica e poesi
Emarginazione e follia
Psicoanalisi e filosofia
a) Socrate (maieutica e linguaggio)
b) Kant (il primato ontologico della libertà)
c) Heidegger (l'etica della poesia)
(manuale storico-critico di psicoanalisi)
Prefazione
PARTE PRIMA (cap. I-VI)
Psicologia e psicoanalisi (un cenno storico alle scuole)
Io, Es, Super-Io (dinamiche economiche e sociali)
Nevrosi e Psicosi (necessità storica di una pulsione deviata)
Psicogenesi della malattia
Dall'oro al piombo (degenerazione di un complesso)
Psicosomatica
PARTE SECONDA (cap. VII-XII)
Libertà e angoscia
Verità e salute
Ermeneutica e linguaggio
Estetica e poesi
Emarginazione e follia
Psicoanalisi e filosofia
a) Socrate (maieutica e linguaggio)
b) Kant (il primato ontologico della libertà)
c) Heidegger (l'etica della poesia)
website http://manualedipsicoanalisi.weebly.com/
Generiamo nevrosi. Cominciamo col diffondere la paura del lupo cattivo, il bambino spaventato non si allontana e quando è pronto per incamminarsi nel bosco è oramai cosciente dei pericoli. Raccontare una favola ha anche una funzione protettiva. Il sentiero verso casa è segnato da questo stato della coscienza; senza l'Io si perde. Mettiamo però le mani in una zona d'ombra e ci vuole l'abilità di uno scrittore per non creare un disturbo reale. Il sadismo non manca mai nelle favole, nascosto dietro tanta troppa educazione. |
FRAMMENTI DI UN MONOLOGO AMOROSO
PUNTO E A CAPO
Comincia così, con quella punteggiatura che blocca la continuità. La virgola ostacola, è una pausa, il vuoto, un'interruzione. Allontana i termini e sospende ciò che li teneva uniti. Le congiunzioni si diradano, le assenze frammentano il discorso; è il flusso del tempo che si contrae. I punti prendono il sopravvento, ed è un arresto radicale. Lo spazio si dilata e amplifica la distanza. Col punto finisce il periodo e si va appunto a capo. Tra un punto è l'altro c'è il silenzio della domanda. Il discorso amoroso rimane sospeso nelle parole, che volano via come foglie al vento.
website http://frammentidiunmonologoamoroso.weebly.com/
La filosofia non è materia scolastica, ma un naturale disporsi verso le cose, cercando di andare loro incontro, di capirle. Anche nel metodo il rigore, la logica non mancano negli esercizi quotidiani; come quando una casalinga stira e con abitudine (e l'abitudine è una forma della logica che ordina la relazione secondo il prima e il poi) piega le camicie evitando accuratamente di stropicciarle. C'è più filosofia in quelle mani acculturate nella ricerca di un ordine che in tanti libri pieni di parole ma vuoti di sostanza. E c'è anche tanta teologia; la quale mi pare serva appunto a non prendere una brutta piega. Gli adolescenti di norma sono anarchici e vestono stropicciato; a riportare decoro nei costumi con una fondazione delle regole ci pensano le mamme. Non sempre siamo coscienti della portata filosofica dei comportamenti ordinari. Ma nulla toglie a quel che chiamiamo filo-so-fare, che vuol dire l'amore-so-fare; seguendo un filo come in un discorso che non manca di criterio scientifico. |
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Percorsi Ontostorici
Chiarimento sul concetto di archeontologia
L'archeontologia solo apparentemente è qualcosa di paradossale, in quanto è un'archeologia comunque incanalata nell'ortodossia, ma che in più presta attenzione all'essere come si è dispiegato nelle diverse epoche. Non è quindi una metafisica e proprio perché l'essere è certamente un universale, ma concreto e immanente nel suo costante ripresentarsi in ogni segno di rilievo delle attività umane; anch'essa è una scienza empirica con l'occhio però rivolto ai caratteri eterni e immutabili che nelle diverse civiltà definiscono il sacro.
DINAMICHE STORICHE DI UNA PIRAMIDE SPIRITUALE
Il percorso di Kandinskij si configura come la storia di un fallimento. La cittadinanza tedesca (che ottiene nel 1928) prima, e quella francese poi (1939) furono il segno di un sconfitta ontologica che lo portò a morire in terra straniera (a Neuilly-sur-Seine nel 1944), esule da quella Mosca che soccombeva sotto le macerie di un'etica totalitaria.
Pulsioni e polluzioni (sulla retorica della morale comune)
L'eros da Socrate a Heidegger
Maieutica e ermeneutica
L'insostenibile pesantezza dell'esserci
Agorà e libertà
Logica e morale
Sinossi disponibili a richiesta
L'eros da Socrate a Heidegger
Maieutica e ermeneutica
L'insostenibile pesantezza dell'esserci
Agorà e libertà
Logica e morale
Sinossi disponibili a richiesta